C.P.R. Pisa
Il Centro di Psicoterapia Relazionale
nasce nel 2009 dalla collaborazione di psicoterapeuti che condividono una formazione ad orientamento sistemico relazionale.
Dott.ssa Ilaria Di Nasso 347-6787789
Dott.ssa Carmen Cocco 339-5379690
Bullismo e Cyberbullismo
BULLISMO:
"Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni. Tali azioni negative possono essere realizzate con contatto fisico, parole, o in altri modi, come smorfie e gesti, e un'intenzionale esclusione da un gruppo" (Olweus, 1996)
"E' un tipo di azione che mira deliberataemnte a fare del male o danneggiare; spesso è persistente, talvolta dura per settimane, mesi e persino anni ed è difficile difendersi per coloro che ne sono vittime. Alla base della maggior parte dei comportamenti sopraffattori c'è un abuso di potere e un desiderio di intimidire e dominare" (Sharp - Smith, 1995)
CYBERBULLISMO:
"Implica l'uso di informazioni e comunicazioni tecnologiche a sostegno di un comportamento intenzionalmente ripetitivo e ostile di un individuo o un gruppo di individui che intende danneggiare uno o più soggetti" (Belsey, 2005)
"Un atto intenzionale e aggressivo portato avanti da un individuo o un gruppo di individui, usando mezzi di comunicazione elettronici, in modo ripetitivo e duraturo nel tempo contro una vittima che non può facilmente difendersi" (Slonje e Smith, 2008)
"Consiste nell'atto di inviare o spedire messaggi o immagini crudeli o dannose usando internet o altri strumenti di comunicazione digitale" (Willard, 2004)
Quali interventi psicologici?
PREVENZIONE PRIMARIA: interventi finalizzati a ridurre la probabilità che si verifichi il fenomento
1. Incontri di sensibilizzazione rivolti a genitori e insegnanti
2. Laboratori nelle scuole
3. EMDR individuale
PREVENZIONE SECONDARIA: interventi finalizzati a limitare la progressione del fenomeno
1. Incontri di sensibilizzazione rivolti a genitori e insegnanti
2. Laboratori nelle scuole
3. EMDR di gruppo sul trauma
4. EMDR individuale sul trauma (per la vittima, per i suoi familiari, per il bullo, per i suoi familiari, per i testimoni)
PREVENZIONE TERZIARIA: azioni volte al controllo e contenimento degli esiti più complessi di una psicopatologia
1. Psicoeducazione
2 EMDR di gruppo sul trauma
3. EMDR individuale sul trauma (per la vittima, per i suoi familiari, per il bullo, per i suoi familiari, per i testimoni)
Disturbi del comportamento alimentare (DCA)
Negli ultimi 30 anni è stata messa in evidenza la correlazione tra eventi traumatici e lo sviluppo di una forma di disturbo del comportamento alimentare (DCA). Nei DCA ci sono fattori che influiscono e ostacolano il cambiamento: perfezionismo patologico, bassa autostima, difficoltà a tollerare le emozioni, difficoltà interpersonali.
Eventi ansiogeni, dolorosi, perdite sembrano i più legati a soggetti con regime alimentare restrittivo.
Nelle abbuffate (bing eating), invece, sembra entrare in gioco una sorta di condizionamento operante: tristezza, abbuffata, meno tristezza, sollievo dall'umore negativo, consolazione. Subito dopo poi emergono sentimenti di vergogna, sensazione di non avere il controllo, meno autostima, colpa, comportamenti compensatori (lassativi, vomito), isolamento.
Nel trattamento dei DCA con terapia EMDR, di cui sono numerose le evidenze cliniche di efficacia, si rende necessario allora andare a vedere la storia del disturbo alimentare e la storia dell'alimentazione della persona, per capire la dinamica del disturbo alimentare e per elaborare il ricordo dei momenti in cui si è manifestato il sintomo, che fino a quel momento ha contribuito a dare alla persona l'illusione del controllo.
Tipi di dipendenza
- Sessuali
- Alimentari
- Allo shopping compulsivo
- Internet e social networks
- Sostanza
- Gioco d'azzardo
- Affettiva
La terapia di routine nel trattamento di questo tipo di difficoltà usa una combinazione di farmaci, servizi di disintossicazione, terapia individuale, familiare, gruppi di auto-aiuto. Tutto questo è corretto, ma è opportuno integrare questi trattamenti con una terapia del trauma.
La presenza di esposizione al trauma è infatti in questi casi ben documentata. E' presenta una storia di trauma che genera ansia, bassa autostima, sensazione di non avere il controllo, flashback, evitamenti. La persona ricerca quindi il sollievo in una qualche forma di dipendenza e a tale dipendenza deve sempre più spesso tornare per gestire la ripetizione dei sintomi o del disagio: tale comportamento consente infatti alla persona di gestire le emozioni, di fuggire da ricordi dolorosi, di comensare un disagio o una fragilità, di auto-punirsi (vantaggi secondari delle dipendneze).
Le dipendenze si creano quando delle sensazioni positive rimangono legate rapidamente a oggetti o comportamenti specifici ("Feeling-State").
Si sviluppa così il disturbo da dipendenza, che finisce per provocare ancora più traumi come conseguenza della dipendenza stessa.
Il programma terapeutico con EMDR prevede il lavoro sui traumi, dopo sui fattori scatenanti, sui traumi che emergono man mano che migiora la dipendenza e sulla sensazione di astinenza, che è un ricordo corporeo.
Si tratta di una terapia completa e complessa il cui obiettivo è funzionare in modo positivo e in cui le ricadute non sono fallimenti, ma opportunità per costruire nuovi obiettivi e dare e capire informazioni aggiuntive.
Attacchi di panico
La persona è improvvisamente travolta da uno stato di terrore con la sensazione di dover fuggire da qualcosa ritenuto catastrofico e incombente.
La sintomatologia è soprattutto organica e somiglia a quanto si prova nelle prime fasi di un infarto e comprende almeno 4 tra i seguenti sintomi:
palpitazioni, sudorazione, tremori, dispnea, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazione di sbandamento, svenimento, derealizzazione, depersonalizzazione, paura di perdere il controllo, paura di morire, sensazioni di torpore o formicolio, brividi, vampate di calore, vertigini.
Nella storia delle persone che soffrono di questo disturbo sono spesso presenti eventi stressanti o la separazione da figure significative prima dell'insorgenza dell'attacco di panico.
Nel trattamento EMDR degli attacchi di panico:
- si istruisce la persona sul panico e sul fatto che si tratta di reazioni d'ansia
- si lavora con il protocollo EMDR sugli eventi traumatici, sull'evento precipitante, sulla storia del disturbo
- si lavora sui fattori scatenanti del presente e sulla paura di avere paura
fino a portare la persona a funzionare e ad affrontare le situazioni temute.
Disturbi d'ansia
La persona è preda di preoccupazioni difficilmente controllabili, smisurate e ripetute che riguardano più settori della sua vita e tali pensieri sono presenti per la maggior parte della giornata. Spesso l'ansia si manifesta senza alcuna correlazione con apparenti cause esterne scatenanti.
Queste preoccupazioni possono compromettere gravemente il sonno, l'umore (irritabilità, ansia), il corpo (facile affaticabilità, tensione muscolare) e
la concentrazione, determinando una limitazione del funzionamento globale e della capacità di adattamento della persona.
L'ansia è in genere un segnale di pericolo, è quindi importante indagare quali sono gli aspetti del Sé che la persona teme possano essere minacciati e
da cosa sta cercando di proteggersi.
La sintomatologia comprende:
- sintomi cognitivi ed emotivi:
irritabilità, risposte esagerate di allarme, difficoltà di concentrazione, sensazione di testa vuota, difficoltà di addormentamento, paura di morire,
paura di perdere il controllo, paura di non riuscire ad affrontare le situazioni
- sintomi somatici: dispnea e sensazioni di soffocamento, palpitazioni, sudorazione, mani fredde e sudate, bocca asciutta, tremori, vertigini, sensazioni di sbandamento, nausea, diarrea, vampate di calore, brividi, disfagia, nodo alla gola, dolori muscolari
È inoltre ampiamente riconosciuta dalla letteratura sull'ansia l'importanza che stress, lutti, maltrattamento in ambito familiare, abuso infantile e altri eventi di vita negativi possono avere come fattori di rischio del disturbo ansioso.
Neuroscienziati scoprono la canzone più rilassante al mondo che riduce l'ansia del 65%: Weightless
Leggi l'articolo e ascoltala nel box qui sotto:
Disturbi fobici
La persona è assalita da un'ansia clinicamente significativa provocata dall'esposizione a un oggetto o a una situazione temuti che spesso determina
condotte di fuga e di evitamento, che contribuisce all'aumento della paura e quindi del blocco emotivo verso quel particolare oggetto o situazione. La
persona riconosce l'eccessività e l'irragionevolezza della paura che comunque non riesce più a controllare.
È importante indagare quali sono gli oggetti o le situazioni temuti e il loro significato simbolico per la persona, i tempi e le circostanze di insorgenza del disturbo e quali sono state le modalità finora utilizzate dalla persona per evitare la fobia.
Nel trattamento EMDR delle fobie è importante:
- educare la persona sui sintomi
- identificare i vantaggi secondari del sintomo
- capire se la fobia sviluppata è un condizionamento di primo ordine (l'oggetto fobico si è creato tramite un evento traumatico) o di secondo ordine (l'oggetto fobico non è associato ad un evento traumatico, ma ad un evento stressante)
- identificare e rielaborare gli eventi che sono successi in contemporanea con la prima esperienza e che hanno contribuito allo sviluppo della fobia
Disturbo post traumatico da stress (PTSD)
La persona rivive nell'immaginazione e nei pensieri il trauma relativo all'evento terrificante che lo ha colpito (può aver subito eventi di morte o di
minaccia di perdita della vita e dell'integrità fisica che riguardano personalmente lui o persone care).
La persona vive un profondo disagio di fronte a fattori interni ed esterni che possono scatenare per la loro somiglianza l'esperienza vissuta.
L'evento si può ripresentare anche periodicamente nei sogni, in allucinazioni e momenti dissociativi
La persona evita tutto ciò che può essere associato all'esperienza traumatica, a volte può adottare comportamenti indifferenti e distaccati nei confronti
degli altri, sono presenti diminuzione di interesse e piacere, di partecipazione alle attività e alle relazioni sociali.
Spesso si ha un forte aumento del livello di ansia e di tensione, la persona ha difficoltà nel dormire, irritabilità, incapacità di concentrarsi, ipervigilanza, vivendo in un continuo stato di allarme. Tutto questo compromette significativamente il funzionamento globale della persona.
Nel trattamento del disturbo post traumatico da stress (PTSD) con terapia EMDR l'obiettivo è spiegare il trattamento, sviluppare le capacità necessarie per affrontare il lavoro sul trauma, desensibilizzare e rielaborare i ricordi traumatici ed elimare i sintomi dissociativi e del PTSD, aiutare la persona a funzionare in modo adattivo nella sua vita attuale.
Elaborazione del lutto e della perdita
Il lutto non consiste solo nel decesso e nella perdita di una persona cara, ma comprende anche cambiamenti o perdita a cui la persona può essere esposta (perdita del lavoro, divorzi o separazioni, aborti, cambiamenti di città, ...).
Una perdita può essere così devastante da bloccare l'accesso ai ricordi positivi impedendo un funzionale adattamento all'evento vissuto.
Non c'è un unico modo di sentirsi o un modo giusto di reagire. Dopo un'iniziale shock, ci possono essere reazioni d'ansia o depressive, che tendono a risolversi spontaneamente nell'arco di alcuni mesi, anche se la tristezza può non scomparire del tutto.
Se il processo naturale di elaborazione del lutto si blocca, possono verificarsi conseguenze negative sul piano psicologico e relazionale: perdita
di interessi, irritabilità, sensi di colpa, difficoltà del sonno, pensieri ricorrenti sull'evento, evitamento di situazioni o persone collegate all'evento, assunzione di sostanze, tono dell'umore depresso e/o ansioso.
Accettare i propri vissuti emotivi, riuscire ad esprimerli e a condividerli è il primo passo per superarli. Permettersi di vivere il lutto secondo i propri tempi e i propri modi aiuta l'elaborazione. Se la sofferenza emotiva perdura, non è controllabile e disturba o impedisce il normale svolgimento delle attività quotidiane può essere importante ricorrere ad un aiuto specialistico.
Difficoltà familiari, crisi di coppia, separazioni
La terapia familiare è una forma di psicoterapia che si focalizza sul sistema famiglia e sulle complesse relazioni che si vengono a creare al suo interno.
Ha l'obiettivo di aiutare le persone a risolvere i disagi e le sofferenze dell'intero nucleo familiare o di uno solo dei suoi componenti.
Le indicazioni per la terapia familiare sono rappresentate da tutte quelle situazioni (crisi di rapporti, disarmonie relazionali, etc.) che sono causa di sofferenza per tutta la famiglia o dove sono presenti bambini o adolescenti con comportamenti anomali, con problemi di tossico-dipendenza o di
anoressia nervosa.
Nell'ambito di competenza delle terapie familiari vengono comprese anche le problematiche di coppia (dai conflitti caratteriali a quelli sul piano
sessuale) quando sono tanto incisivi da comprometterne la stabilità.
Le problematiche che possono richiedere il sostegno di una terapia familiare sono numerose: la sofferenza può avere origini diverse, come ad esempio
una conflittualità nella coppia, l'arrivo di un bambino, la malattia, l'adolescenza dei figli, i cambiamenti lavorativi, il pensionamento,
oppure situazioni traumatiche passate o presenti vissute da uno dei suoi membri, violenze, incidenti, lutti e perdite.
Si tratta di eventi critici che normalmente il sistema famiglia riesce ad assorbire e a riorganizzare in autonomia; tuttavia, quando la naturale capacità
di autoguarigione del sistema si blocca, può essere d'aiuto la terapia.
In caso di separazione coniugale
Il processo (mediazione familiare) è finalizzato a raggiungere accordi nelle situazioni di conflitto, che si verificano nelle fasi di separazione
coniugale. Considera il conflitto come inevitabile nelle relazioni umane e valorizza gli aspetti costruttivi ed evolutivi dello stesso.
Tale processo delinea un percorso di aiuto alla famiglia prima, durante e dopo la separazione.
In questo percorso la mediazione circoscrive l'intervento al raggiungimento degli accordi.
Ha come obiettivo quello di offrire agli ex coniugi un contesto strutturato e protetto, in autonomia dall'ambiente giudiziario, dove poter raggiungere
accordi concreti e duraturi su decisioni che riguardano la loro relazione genitoriale e quella con i loro figli (come l'affidamento e l'educazione dei
minori).
In sintesi l'intervento di mediazione familiare considera:
- l'attenzione alla comunicazione tra le parti;
- l'accoglimento delle emozioni e della sofferenza;
- l'attivazione di tutte le risorse familiari;
- la connessione tra l'adattamento della famiglia alla separazione e la fase del ciclo vitale in cui si trova;
- l'ampliamento del campo di osservazione alla rete relazionale passata, presente e futura.